Fiammetta Cucurnia intervista Tatjana Zhdanok.
Con sottotitoli in italiano
Nov 16, 2024
Cari amici, oggi vi proponiamo un’intervista con Tatjana Zhdanok, cittadina lettone, deputata nel parlamento europeo a partire dal 2004 e fino all’ultima legislatura, quando le è stato finalmente proibito di candidarsi, in quanto rappresentante della minoranza russa della Lettonia sempre schierata in sua difesa contro le discriminazioni che vengono ancora e, direi, sempre più, realizzate ai suoi danni.
Lo facciamo su questo canale perché Tatjana Zhdanok, matematica di professione, e persona assolutamente perbene, è stata una carissima amica di Giulietto, compagna di mille battaglie combattute insieme. Forse qualcuno di voi ricorderà che nel 2009 Giulietto si presentò alle elezioni europee con un partito lettone che rappresentava i diritti umani della minoranza russa in Lettonia. Ecco, quel partito era il partito di Tatjana. Inaspettatamente (visto che era italiano), Giulietto prese molti voti ma non fu eletto, anche perché la gran parte delle persone che il partito rappresentava erano, allora come oggi, cittadini di serie B, nati e cresciuti in Lettonia ma con un peccato originale che non si poteva né, pare, si possa ancora, cancellare: erano persone di discendenza russa e non avevano diritto al voto.
Da quell’esperienza, però, nacque un libro, Il candidato lettone, uscito per i tipi di Ponte alle Grazie nel 2010 e tradotto in molte lingue. Era il racconto sorprendente, amaro e a tratti anche intriso di umorismo, di come il nostro Occidente democratico assorbì la galassia post sovietica divisa e isolata nei Paesi occidentali dopo il crollo dell’Urss e a quali costi questo processo fu realizzato. A rileggerlo oggi, si resta strabiliati: così poco è cambiato da allora, e spesso le cose sono cambiate in peggio, soprattutto dopo l’inizio della guerra in Ucraina….
Infatti Tatjana, che nel lontano 2004 fu in grado di presentarsi alle elezioni con il suo partitino, grazie a una decisione della corte di giustizia europea, oggi non può più farlo. Non la accusano di spionaggio, perché tutto quello che ha fatto e scritto in questi anni è stato fatto alla luce del sole. Ma in Lettonia, uno dei tre Paesi Baltici dove la minoranza russa è assai numerosa, è stato ora previsto un nuovo reato, una specie di “Spionaggio light”. Che significa? Che se si denunciano discriminazioni o comportamenti poco democratici in Lettonia, in qualche modo si offusca l’immagine del paese e si fa cosa gradita ai russi. Quindi, il corollario è che ormai non si possono più denunciare gli abusi e le prevaricazioni contro la minoranza russa perché se lo si fa, ci si macchia in qualche modo di “tradimento”. E infatti, dopo una serie di perquisizioni, durante le quali le sono stati requisiti anche il telefono e il computer personale, Tatjana si trova oggi a Bruxelles in attesa del verdetto della corte belga sulla richiesta di estradizione. Le autorità lettoni la vogliono a casa per poterla arrestare, e imprigionare, in base alla nuova legge. Come è già accaduto ad altri strenui difensori dei diritti umani. Nella nostra democraticissima Europa.
Una realtà per molti insospettabile, perché la propaganda dei nostri paesi la ha sempre nascosta e manipolata. Ascoltate il racconto di Tatjana. Montaggio a cura di Niccolò Verdolini
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